Storia della Vecchia chiesa parrocchiale e del campanile


La storia


Goffredo da Bussero fu un sacerdote e uno scrittore medievale milanese, autore del “Liber Notitiæ Sanctorum Mediolani” (scritto fra il 1289 e il 1311). Nel Liber sono elencate le chiese e gli altari della diocesi milanese dedicati ai diversi santi ed è quindi un documento importantissimo per la datazione degli edifici sacri. Il testo diceva che il Prevosto della Pieve di Parabiago aveva 39 altari in 26 chiese. Nella pieve c’era anche Casorezzo e la sua semplice cappella, costituita da un altare maggiore e due laterali dedicati a Santa Caterina e Sant’Astante e Antoniano. E’ in questo tempo e dai documenti di lasciti e successioni che nasce la leggenda del castello di Casorezzo, leggenda perché non esistono documenti e prove certe.
Quindi a Cosobrecio, Cosorezo, Cosourezo si trovava la cappella del cosiddetto castello, o forse di un più semplice agglomerato di case, di cui poco o nulla sappiamo dei secoli antecedenti il XIX secolo.
Eppure sappiamo che da Napoleone in avanti i casorezzesi si chiesero come ingrandire e ristrutturare la povera chiesa parrocchiale. Per tutto l’800 la Fabbriceria della chiesa e la municipalità si occuparono di restaurare, sistemare, riparare l’aula e riadattarla. Inoltre la chiesa aveva un piccolo campanile, non molto alto con quattro campane settecentesche, contiguo all’edificio alla destra.
Come appariva la vecchia chiesa parrocchiale? Era un edificio ad aula quasi quadrata, con una nicchia laterale con un piccolo fonte battesimale, e tre altari frontali contigui, di cui uno solo, il centrale con presbiterio senza abside circolare. L’aula aveva un soffitto a capriate, come san Salvatore oggi, una piccola sacrestia e un locale più ampio per il catechismo e l’oratorio. Il piccolo campanile svettava su questo modesto edificio e sicuramente su tutto il paese.
Per tutto l’800 si pensò di allargare, rialzare, decorare, abbellire e ampliare tale edificio tante’ che ci sono due fondamentali progetti tutti protesi fondamentalmente ad arretrare l’altare maggiore:
– il primo più modesto che vede la realizzazione di un abside circolare;
– il secondo più impegnativo e prevedeva l’arretramento dell’abside per la costruzione di un transetto.
Un preventivo del 1849 arrivato fino ad oggi computa in L. 8.122,90 le opere necessarie a portare a termine uno dei progetti sopra citati: ma era troppo impegnativo e di scarsi benefici, così non si potè che eseguire solo riparazioni.
Anche sul vecchio campanile si pensò a lungo, sopralzandolo, abbellendolo, aumentando il numero delle quattro campane acquistate nel 1799: anche in questo caso non se ne fece nulla con grave dispiacere del parroco di allora.
Nel 1848 viene acquistato l’organo per la chiesa, lo stesso organo che c’è oggi in abbandono presso la chiesa parrocchiale, e fornito per il 1850.
Per vedere qualche cosa di tutti i progetti fatti occorre attendere il 1880 quando viene dato il via ad una sottoscrizione per il sopralzo del campanile e l’aggiunta di una nuova campana. Vengono presentati due progetti uno con un tetto a bulbo e l’altro a falde. Verrà scelto quest’ultimo e acquistata la quinta campana.
Nell’aprile del 1901 il card. Ferrari fa visita alla popolazione di Casorezzo, e proprio in questa occasione vedendo le ancor più peggiorate condizioni della chiesa parrocchiale si augura la sua riedificazione al centro della piazza al posto della Prebenda parrocchiale.
Il resto è storia, nel 1907 si approva il progetto per la nuova chiesa e nel 1913 viene consacrata. La vecchia chiesa dedicata a san Giorgio, e forse ultimo resto del castello di Casorezzo ancora in funzione, viene sconsacrata il 26 aprile 1913 E venduta per far cassa, alla famiglia Caccia Dominioni sostenitrice del progetto della nuova chiesa. L’ultimo resto della chiesa parrocchiale è il suo campanile, che verrà demolito nell’agosto del 1960 dall’Impresa casorezzese Mereghetti.